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Una storia vera - parte quarta

Una storia vera - parte quarta

Suor Fiona e io ci incontrammo anche il giorno dopo. Ci accomodammo sul consueto divanetto e mi catechizzò a fondo facendomi venire in bocca. Come di consueto spruzzai un'enorme quantità di seme che Fiona ingoiò fino all'ultima goccia. A differenza di suor Ines, Fiona si sollevava sempre la gonna e si toglieva sempre le mutandine per masturbarsi e mentre ingoiava il mio sperma se ne veniva rumorosamente con mugugni soffocati dalla mia tozza carne infilata fino in fondo nella sua gola.
Un giorno ci fu una intensa e inaspettata novità. Lo ricordo molto bene, era un soleggiato martedì di giugno e l'anno scolastico era oramai giunto al termine. Mi ritrovai come sempre in ginocchio davanti al suor Fiona che se ne stava stravaccata sul suo divanetto a gambe oscenamente aperte, con la fica completamente glabra ed esposta alla mia vista. Quella situazione mi provocava un'erezione violenta e dolorosa da tanto che mi tirava il cazzo. Avevo la cappella di un colo vermiglio scuro da tanto che era infiammata. L'asta era tozza e attraversata da grosse vene azzurrognole. In poche parole, mi si era sviluppato un cazzo da adulto e l'effetto era impressionante perché era sproporzionato rispetto alle mie fattezze che conservavano ancora quell'acerbo dell'età ********* che avevo da poco lasciato al passato. Non riuscivo nemmeno io ad abituarmi a vedere spuntare dalle mie gambette minute quel cazzo enorme e nerboruto come quello che si vede in certi dipinti di satiri.
Ebbene, me ne stavo lì in ginocchio a cospetto di quella fica glabra. Le sue volute carnose erano leggermente discostate e rivelavano l'adito alle profondità del ventre della monaca. Io dovetti recitare diverse preghiere mentre il cazzo non smetteva di restare in tiro dolendomi non poco. I ferormoni della femmina che avevo davanti mi innervosivano e in un modo a me sconosciuto un istinto animalesco e primordiale mi spronava a gettarmi addosso a lei. Suor Fiona si fece più audace e iniziò a toccarsi la fica mentre io la guardavo. Mi ordinò di non venire per nessun motivo. Non avrebbe tollerato che spargessi il mio sperma su di lei sprecandolo.
Dopo essersi toccata un po', sollevò le gambe mostrandomi ancora meglio le sue parti intime e mi disse: "Vedi *****, essendo che espelli veramente una quantità enorme di seme non posso certo farti provare a mettermelo nella fica, di sicuro mi ingravideresti subito! Perciò voglio insegnarti ad usare un ricettacolo più che sicuro per scaricarti" nel dirmi questo mi indicò l'apertura che stava appena a pochi centimetri al di sotto della fica e che intuivo fosse il suo ano. "E' venuto il momento che tu impari come scaricarti nel sedere di una femmina e penso che grazie alle ragguardevoli dimensioni che ha raggiunto il tuo pene procurerai immensa soddisfazione a tutte quelle donne!". Io rimasi fermo ad ascoltare incapace di proferire parola. Poi mi fece avvicinare e con una mano mi prese per il cazzo e se lo indirizzò contro lo sfintere contro il quale io istintivamente premetti con forza la cappella. La sensazione di quell'attrito era al limite del tollerabile ma la mente era troppo "piena" di quella inusuale novità che non feci neppure caso all'urgenza di venire che si sviluppava in me.
Il culo di Fiona si aprì delicatamente sotto la spinta dei miei lombi e vidi la punta della cappella penetrarvi lentamente ma inesorabilmente. Quando la cappella si fu incuneata fino alla parte più larga, Fiona cominciò ad ansimare e gemere forte: "bravo ***** dai va benissimo così! Spingimelo tutto dentro, dai! ancora! dai!" mi incitava impaziente affinché affondassi completamente dentro di lei. Quando la cappella superò la stretta dello sfintere di Fiona, mi sentii il cazzo come risucchiato all'interno di uno stretto canale caldo e morbido in cui affondai inculandola fino a giungere a premere il pube forte contro la sua fica che nel mentre si era aperta sbocciando come una rosa rossa rivelandomi quella cavità oscura.
A quel punto feci per ritrarmi e quando lo fui per circa la metà della lunghezza del mio cazzo, Fiona mi afferrò le natiche con entrambe le mani e mi tirò nuovamente a sé e io risprofondai nuovamente nel suo culo. Mi incitò a spingere dentro di lei con forza e così feci ubbidendo servizievole. Iniziai a incularla più forte che potei ma non durai tanto. In circa una trentina di secondi ebbi la crisi perché improvvisamente fui pervaso dall'orgasmo e scaricai il mio seme tutto quanto dentro di lei.
Mentre inculavo la religiosa, questa lasciò le mie natiche per occuparsi di sé stessa. Si infilò tre dita di una mano nella fica fino alle nocche e iniziò a farle scorrere allo stesso modo in cui io la colpivo nel culo. Con l'altra mano prese a massaggiarsi la vulva in quel punto dove mi aveva indicato che risiedeva il clitoride, una sorta di piccolo cazzo celato tra le volute superiori della fica che procura alle donne un immenso piacere, se e quando toccato a dovere, naturalmente.
Nonostante la pochezza del tempo in cui riuscii a sodomizzarla, suor Fiona se ne venne insieme a me nel preciso momento in cui le praticai quel mio clistere di sperma. Lei mi disse che si sentiva tutto e percepiva distintamente ogni scarica di sperma che le schizzavo nel profondo del ventre. Quella sensazione di pienezza sia nell'ano che nella vagina raggiunse l'apice nel momento in cui mi liberai nel culo della religiosa, la quale raggiunse l'orgasmo simultaneamente a me facendola venire in modo assai intenso e soddisfacente.
Fu così che la mia prima esperienza fu di sesso anale. Io ne fui estasiato e lasciando l'appartamento di suor Fiona già pensavo a quando avrei potuto ripetere quell'esperienza di espiazione così intensa e particolare. In fin dei conti, mi diceva, l'importante è che io espella il mio peccato senza disperdere il seme commettendo altrettanto un peccato. Oh, suor Fiona! Quanta beatitudine dell'anima mi hai donato!
Published by Devils_lawyer
19 days ago
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